

L’abbazia di San Giovanni in Venere Nel territorio di Fossacesia, in provincia di Chieti, si ubica la magnifica e maestosa abbazia di San Giovanni in Venere. Essa si trova sulla sommità di una verdeggiante altura, ricoperta da piante di ulivo come quella millenaria, posta ai piedi dell’abbazia, per ricordarne la fondazione; costruita in posizione predominante e solitaria, a circa un paio di chilometri dal centro abitato, a picco sul quel braccio di mare conosciuto come “Golfo di Venere”, nelle vicinanze della foce del fiume Sangro, essa si specchia sulle morbide e trasparenti acque del mare Adriatico.
L’edificio
Questa chiesa fortificata romanica con forti influenze borgognone e di chiara impostazione cassinese, è a pianta rettangolare divisa in tre navate aventi lo stesso numero absidi su cui spicca il presbiterio che si ubica in posizione dominante rispetto al resto dell’edificio, in quanto sotto di essa si posiziona la cripta nella quale vi sono colonne e capitelli provenienti dal antico tempio pagano su cui poi venne edificato l’attuale chiesa. Nella cripta risaltano cinque meravigliosi affreschi raffiguranti di epoche diverse di cui il più antico posizionato sull’abside centrale. Questi pregevoli e policromi affreschi rappresentano il Cristo sorretta da due angeli nell’atto di benedire con una mano mentre con l’altra sorregge un Vangelo.
In un altro dipinto posto sul lato sinistro della finestra si può ammirare il Battista insieme a San Benedetto e vicino a questi beati vi è raffigurato un monaco inginocchiato che rappresenterebbe, secondo alcune fonti, il committente dell’opera. Un altro prezioso affresco, posizionato sulla destra dell’abside, rappresenta la Vergine in trono con il Bambino ai cui lati spiccano le figure dell’Arcangelo Gabriele, come si legge dall’iscrizione posta sul suo capo, e San Nicola di Bari. Ai lati delle absidi si possono ammirare l’immagine di Cristo in trono posta tra San Vito e San Filippo, in un altro dipinto sempre il Cristo in trono appare posizionato tra il Battista, l’Evangelista ed i santi Pietro e Paolo.
Le tre navate della chiesa sono costituite da archi a sesto acuto e dall’interno delle chiesa tramite una porticina sormontata da una lunetta nella quale si può vedere un fregio raffigurante una svastica,simbolo di prosperità e pace, si accede al chiostro. Questo luogo di silenzio e meditazione è ornato da decine e decine di trifore e capitelli; lungo i percorsi vi sono reperti archeologici provenienti da siti limitrofi come anche il sarcofago ospitato sotto l’arcata del campanile.
La facciata esterna che prima del violento sisma che del 1456, era costruita in pietra e in candido marmo, fu restaurata con mattoni nella parte lesionata. Questo ingresso conosciuto come portale della luna, così chiamato per la sua foggia ad arco. Sulla lunetta si possono ammirare il Cristo nell’atto di benedire, mentre ai suoi lati si posizionano la Madonna implorante ed il Battista con la testa rivolta verso il basso.
Nella parte sottostante vi sono le figure di San Benedetto e del monaco committente o per lo meno di ciò che ne rimane. Sulla stele posizionata a destra del portale vi sono chiari riferimenti alla sua origine pagana con una decorazione che rimanda al culto di Venere in cui si vedono due amorini scoccare frecce contro una colomba, animale consacrato alla dea. Spostandoci più giù sono rappresentate una serie di episodi biblici riferiti al Battista ed infine un enigmatico fregio che racconta la storia di Daniele nella fossa dei leoni mentre viene nutrito dal profeta Abacuc sorretto da un angelo.
Nella stele di sinistra in alto si possono vedere dei pavoni che si dissetano in una coppa, chiaro riferimento ad elementi pagani, poiché questi animali erano consacrati a Giunone. Scorrendo questa colonna, si possono notare scene della vita del Battista e l’annunciazione, in basso si vedono scene di caccia tra uomini ed animali fantastici, forniti di code di serpenti.